Esempio di utilizzo dei simboli Isotype


Immagini tratte dalla pubblicazione di Otto Neurath Modern Man in the Making (1940)


Simboli Isotype disegnati da Gert Arntz


Uno dei pittogrammi disegnati da Otl Aicher per le Olimpiadi di Monaco
del 1972


Matrice e stampa con il simbolo di un disoccupato (G. Arntz)


L. Sutnar, B. Mendl, A. Tschinkel: Piccola geografia (1935)


Copertina dell'annuario statistico olandese (1961)


Copertina e pagina interna dal libro di Otto Neurath


Alcuni dei simboli per il Department of Transportation (D.O.T.) americano realizzati dall'A.I.G.A. (1974-1978)

Bibliografia

OTTO NEURATH E ISOTYPE

Otto Neurath
International picture language /
Internationale Bildersprache
Ristampa del libro pubblicato
da Otto Neurath nel 1936.
University of Reading
ISBN 0 7049 0489 6
www.rdg.ac.uk

Graphic communication through Isotype
Catalogo della mostra deidicata a Isotype all'Università di Reading nel 1975.
University of Reading
ISBN 0 7049 0480 2
www.rdg.ac.uk

F. Hartmann, Erwin Bauer
Bildersprache / Otto Neurath
Visualisierungen Gebundene Ausgabe

ISBN: 3851147049
WUV Universitätsverlag, Vienna, 2002
www.neurath.at

Ellen Lupton, J.Abbott Miller
Modern Hieroglyphs, Language of Dreams
in: Design Writing Research.
Writing on Graphic Design

Phaidon, 1996
www.phaidon.com

Robin Kinross
Marie Neurath
in: Unjustified texts
Hyphen Press, London, 2003
www.hyphenpress.co.uk

PITTOGRAMMI E ICONE

Michael Evamy
World Without Words
Laurence King Publishing, 2003
ISBN 1 85669 319 8
www.laurenceking.com

Juli Gudehus
Genesis
Lars Muller Publishers
ISBN 3-907044-51-
www.lars-mueller-publishers.com

Pippo Lionni
Facts of Life
Laurence King Publishing
ISBN 1 85669 256 6
www.laurenceking.com

INFORMATION DESIGN

Edward Tufte
- The Visual Display of Quantitative
Information
- Envisioning Information (1990)
- Visual Explanations (1997)

Graphics Press, Cheshire
www.edwardtufte.com

Peter Wildbur, Michael Burke
Information graphics: Innovative solutions
in contemporary design

Thames and Hudson, 1998
ISBN 0500280770

Robert E. Jacobson (a cura di)
Information design
M.I.T. Press, 1999

IN RETE
www.iiid.net
International Institute for Information
Design, Vienna

www.utexas.edu/academic/cit/
howto/ resources/webbuilding/
infodesign.htm
Center for instructional technologies,
University of Texas, Austin

 

 

Otto Neurath: ISOTYPE
e lo sviluppo dei segni globali moderni

Triennale di Milano
Viale Alemagna, 6
20121 Milano
31 ottobre – 30 novembre 2003
dalle 10.30 alle 20.30
Lunedì chiuso

Arriva a Milano la mostra itinerante che racconta l’avventura di Otto Neurath (1882-1945), filosofo, sociologo ed economista austriaco, che negli anni ’30 elaborò un rivoluzionario sistema di comunicazione visiva dell’informazione.

Otto Neurath: ISOTYPE e lo sviluppo dei segni globali moderni è il titolo della mostra, che inaugura il 30 ottobre 2003, presso la Triennale di Milano e che si protrae fino al 30 novembre 2003.
A cura di Alan Zaruba la mostra è promossa dall’AIAP associazione italiana progettazione per la comunicazione visiva.

Da dove nascono i pittogrammi che vediamo ogni giorno?
Perché essi sono universalmente riconoscibili?
Cosa rende un segno comprensibile a tutti?
Perché riconosciamo il simbolo di un luogo di ristorazione ovunque ci troviamo ?

ISOTYPE (International System of Typographic Picture Education), frutto degli studi di Neurath, è il sistema di rappresentazione, attraverso segni, che permette di visualizzare dati complessi e che supera le barriere culturali e linguistiche di ogni paese.

Segni, pittogrammi, icone e scritture: la mostra Otto Neurath: ISOTYPE e lo sviluppo dei segni globali moderni, racconta l’evoluzione di un linguaggio e pone l’attenzione su numerosi spunti di riflessione: il concetto di comunicazione universale, il tema della cultura visiva, l‘evoluzione dei sistemi di scrittura e l’importanza del progetto grafico nella diffusione delle informazioni.
Una mostra dal respiro internazionale su temi di grande attualità.

Da ISOTYPE sono derivati numerosi sistemi di rappresentazione, oggi ampiamente utilizzati, sia nella cosiddetta info-grafica di quotidiani, giornali e servizi televisivi sia nelle riviste economiche e nell’editoria finanziaria sia per l’orientamento negli edifici (musei, ospedali, aeroporti...) sia nella segnaletica stradale e dei trasporti, fino alle icone dei nostri computer .

La ricerca e l’evoluzione dei segni che accompagnano la vita di tutti gli individui, fanno di questa mostra una delle esposizioni più originali all’interno del panorama italiano.                                             

Il materiale espositivo è costituito da più di 40 pannelli e pubblicazioni originali provenienti dall’Università di Reading e dal Gemeentemuseum dell’Aia.
Il percorso espositivo si articola in 7 sezioni, con uno sviluppo cronologico.

La prima sezione è dedicata a delineare le figure dei tre protagonisti: Otto Neurath, Gerd Arntz e Marie Neurath.
La seconda parte analizza il contesto storico nella quale si è sviluppato ISOTYPE e i primi risultati derivati dalla ricerca.
Nella tappa successiva vengono mostrate le applicazioni del sistema a libri e mostre contemporanee ai protagonisti.
Un importante capitolo è dedicato alla grafica sociale e alle sue applicazioni, che costituiscono l’humus nel quale è nato ISOTYPE grazie alle ricerche dell’artista e grafico Gerd Arntz.

L’influenza di ISOTYPE sui moderni e contemporanei sistemi costituisce la quinta tappa del percorso. Dai progetti per le Olimpiadi di Monaco del 1972 alla realizzazione della segnaletica dei trasporti che ha sviluppato l’alfabeto dei viaggiatori moderni.

Le ultime due sezioni sono dedicate, la prima alle più recenti applicazioni di sistemi derivati da ISOTYPE, come le icone che Susan Kare ha sviluppato per il sistema operativo Apple Macintosh, successivamente applicate anche al sistema Microsoft, mentre l’ultima è dedicata a sottolineare la continuità delle applicazioni dal 1924 al 2002 in un continuum logico ed estetico di grande interesse.

ideatore e curatore
Alan Záruba (Alba studio, Praga)

enti promotori
AIAP - associazione italiana progettazione per la comunicazione visiva
Triennale di Milano

coordinamento e organizzazione
Paola Lenarduzzi e Silvia Sfligiotti, bianca graphic design
Silvia Marlia
Mario Piazza

sede
Triennale di Milano
Viale Alemagna 6, 20121 Milano

con il patrocinio del
Politecnico di Milano Facoltà del Design

con il sostegno di
Forum Austriaco di Cultura, Milano

con la collaborazione di:
Krea, Cantù
Arti grafiche Bianca & Volta
Peroni

inaugurazione
30 ottobre 2003
chiusura
30 novembre 2003

precedenti tappe espositive 
Brno (XX Biennale della grafica), Praga, Vienna, L’Aia

tappe successive
Parigi, Lipsia, Londra, Reading

catalogo
Alba Studio s.r.o Praga - albamax@applet.cz
grafica dell’edizione italiana
bianca graphic design

ufficio stampa

Silvia Marlia
tel. 02 87381255 - mobile 333 3845895 - silvia.marlia@yahoo.com

per maggiori informazioni
AIAP
tel. 02 58107207 - fax  02 58115016 - www.aiap.it

Triennale di Milano
tel. 02 724341 - fax 02 89010693 - www.triennale.it


Otto Neurath (1882-1945)

Filosofo, economista politico e sociologo austriaco, nato a Vienna nel 1882.
Con Moritz Schlick, Hans Hahn, Rudolf Carnap, Kurth Gödel e altri, diede vita nel 1924 al Circolo di Vienna, da cui si sviluppò una corrente di pensiero che divenne nota come neopositivismo. L’obiettivo del movimento (al quale partecipavano filosofi, sociologi, matematici, giuristi) era il superamento della metafisica e l’introduzione del metodo scientifico in filosofia.
Nel 1929, Neurath fu tra gli autori del manifesto del neopositivismo, “Per una visione scientifica del mondo”.
Nel 1925, Neurath fondò e diresse il Museo Sociale ed Economico di Vienna. Obiettivo del museo era diffondere tra i cittadini la conoscenza di informazioni e dati statistici, in modo che essi potessero comprendere meglio la realtà del proprio paese.

Secondo Neurath, “il cittadino medio dovrebbe essere in grado di acquisire illimitate informazioni su ogni tema che gli interessa, così come può ottenere informazioni geografiche da mappe e atlanti”.

Per realizzare il suo programma di divulgazione, studiò una teoria (il cosiddetto “metodo viennese”) per la rappresentazione visiva di dati complessi, come quelli statistici, basata sul fatto che l’apprendimento avviene in modo più immediato e intuitivo tramite immagini semplici, rispetto alle parole.

Neurath era cosciente del ruolo sempre maggiore che le immagini stavano prendendo nell’ambito della comunicazione.
“L’uomo moderno riceve una grande parte delle sue conoscenze e della sua istruzione in generale tramite impressioni visive, illustrazioni, fotografie, film. I quotidiani di anno in anno mostrano sempre più immagini. Inoltre, anche la pubblicità opera con segnali ottici e rappresentazioni visive. Mostre e musei sono certamente il risultato di questa incessante attività visiva.”

Prendendo spunto dalle teorie di Wittgenstein sul linguaggio, Neurath immaginò un linguaggio visivo composto da icone che potessero combinarsi tra loro secondo regole stabilite, per dar vita a un sistema di comunicazione visiva universale.

Questo sistema aveva anche lo scopo di superare le barriere linguistiche e culturali tra le nazioni, aiutando, ad esempio, un viaggiatore in un paese di cui non conosce la lingua a trovare un telefono, una banca, una biglietteria.

Neurath chiamò a collaborare un gruppo di persone, tra cui l’artista e grafico tedesco Gert Arntz (1900-1988) e Marie Reidemeister Neurath (1898-1987), che più tardi diresse l’Isotype Institute in Inghilterra.

Arntz tradusse le teorie di Neurath in un sistema di segni grafici efficace. Sotto la sua direzione vennero realizzate numerose pubblicazioni statistiche e mostre divulgative tra il 1929 e il 1939.

Nel 1932, Neurath e Arntz furono costretti a lasciare l’Austria in seguito ai mutamenti nella situazione politica e si spostarono a L’Aia, nei Paesi Bassi, dove proseguirono il loro lavoro. Dopo l’invasione dei Paesi Bassi da parte dell’esercito tedesco nel 1940, Neurath fuggì in Inghilterra, dove visse fino alla morte, nel 1945.

I principi del “metodo viennese”, in seguito denominato Isotype (International System of Typographic Picture Education), si diffusero in molti paesi europei, creando le basi per lo sviluppo dell’information design nel ventesimo secolo.

Tra i progetti che possono essere considerati una derivazione di Isotype si possono citare il sistema di pittogrammi che Otl Aicher ha realizzato per identificare i diversi sport alle Olimpiadi di Monaco nel 1972, e gli studi realizzati dall’A.I.G.A. (American Institute of Graphic Arts) per il Dipartimento dei Trasporti degli Stati Uniti.


ISOTYPE (International System of Typographic Picture Education)
I principi fondamentali

Il sistema Isotype introduce alcuni semplici ma importanti principi per la rappresentazione dei dati quantitativi.

Per ogni oggetto o categoria da rappresentare viene creato un segno: caratteristiche essenziali di questo segno sono la semplicità, la riconoscibilità, l’immediatezza. Si deve quindi evitare che il segno abbia troppi dettagli. Nelle parole di Neurath: “Un’immagine che fa un buon uso del sistema deve trasmettere tutte le informazioni importanti riguardo all’elemento che rappresenta. Al primo sguardo si vedono gli elementi più importanti, al secondo i meno importanti, al terzo i dettagli. Al quarto, non dovrebbe cogliersi più nulla”.
Ogni segno deve essere comprensibile senza l’aiuto di parole.
La semplicità del disegno permette anche di allineare i diversi segni Isotype su una stessa linea, come si farebbe con i caratteri tipografici.

Per rappresentare quantità variabili di uno stesso oggetto, lo stesso segno viene ripetuto in modo proporzionale alla quantità. Questo, secondo Neurath, rende i diagrammi Isotype più accessibili rispetto ai grafici astratti, che usano forme geometriche di dimensioni variabili.

Anche la tavolozza cromatica è ristretta: i colori suggeriti sono sette (bianco, blu, verde, giallo, rosso, marrone e nero) e devono essere abbastanza diversi tra loro da essere sempre identificati dall’osservatore.

Questi criteri di semplicità e immediatezza rendono il sistema Isotype utile anche come “linguaggio internazionale per immagini” o “linguaggio visivo ausiliario”. Neurath ne suggerisce l’uso nell’istruzione, nella realizzazione di un’Enciclopedia universale delle scienze, e nella comunicazione tra persone di lingue diverse.

Proprio quest’ultimo aspetto è quello che è stato poi sviluppato in progetti come quello dell’A.I.G.A. per il Dipartimento dei Trasporti degli Stati Uniti, che ha contribuito a creare un alfabeto per i viaggiatori moderni.


Information Design

L’information design è il settore della progettazione visiva che si occupa di rendere le informazioni accessibili al pubblico. Secondo la definizione data dall’International Institute for Information Design, esso: “si occupa di definire, pianificare e dare forma ai contenuti di un messaggio e al contesto in cui esso viene presentato, con l’intento di ottenere obbiettivi precisi in relazione alle necessità degli utenti.”

L’information design trova applicazione nei settori dell’educazione, della divulgazione scientifica, dell’orientamento nell’ambiente.
Il suo intervento si applica quindi alla progettazione di sistemi di segnaletica, punti informativi, moduli, tabelle, diagrammi, mappe, orari, manuali tecnici e così via.
Nell’information design gli aspetti estetici e persuasivi della comunicazione visiva diventano secondari rispetto ai criteri di chiarezza e funzionalità.

Isotype può essere quindi considerato a tutti gli effetti il primo progetto di information design.


AIAP © 2003